Margherita Morotti è l’autrice della copertina del mio “rossella e andrea. e Rossella e Andrea”, il racconto che ha vinto Subway-Letteratura 2011 e che continua a spostarsi per l’Italia nelle metropolitane, alle fermate degli autobus, nelle biblioteche e nelle università. Lo trovate in “juke-box letterari” che lo distribuiscono gratuitamente, assieme ad altri racconti, in centinaia di migliaia di copie.
Ventiquattro anni, a 19 a Milano per frequentare l’Istituto Europeo di Design (indirizzo illustrazione/animazione multimediale), un master in corso nello stesso settore, freelance per riviste, fanzine, gruppi musicali ed enti pubblici, Margherita mi ha incuriosito e la ringrazio di aver accettato di svelarmi qualche “retroscena”.
Raccontami com’è cominciata. Ti hanno chiamato, scritto? Ti hanno mandato il racconto? Premesse, raccomandazioni?
«No, anzi è stato tutto molto meccanico, via e mail. “Sei stata selezionata, questo è il racconto da illustrare”».
In quanto tempo hai letto il racconto? Qual è stato il tuo primo pensiero?
«Non mi era mai capitato di dover illustrare una copertina, quindi l’ho praticamente divorato. La prima parte è stata la mia preferita, e l’intero racconto mi è piaciuto molto!».
Disegnare i personaggi: come e perché?
«Ho ripreso la situazione di stasi centrale di entrambi i personaggi: Rossella nell’atto d’incontrare il suo amante, Andrea in un attimo d’indecisione che precede il suo incontro con la prostituta. Dato che entrambi gli incontri si svolgevano nello stesso palazzo, ma a loro insaputa e su due pianerottoli diversi, ho immaginato una scala a collegarli. Rossella, in quanto amante di un uomo sposato, l’ho immaginata indecisa e circospetta, mentre ancora sale le scale, curva su se stessa e sospettosamente rivolta all’indietro. I capelli rossi e ingombranti servivano a darle visibilità visto che – per questione di spazi – la sua figura è notevolmente ridotta. E poi volevo sottolinearne l’indole passionale. Andrea nervoso, celebrale e poco curato. Conscio della pochezza della sua situazione sentimentale, e colto a sua volta nell’attimo d’indecisione che precede il suo poco sentito incontro. Per l’abbigliamento di entrambi mi sono rifatta alle descrizioni presenti nel testo».
Margherita aveva ideato anche dei bellissimi titoli interni. Il racconto, infatti, è diviso in due parti: “rossella e andrea, cioè dell’acqua e delle rose” e “Rossella e Andrea, cioè dei gerani e delle cose”. Poetici, deliziosi, non hanno trovato spazio nella pubblicazione finale.
Come ti è venuta l’idea dei titoli interni? Perché? E questo stile?
«Mi sarebbe piaciuto sottolineare la suddivisione in due parti del racconto, e dato il piccolo formato dell’impaginazione ho pensato a due grafiche il più possibile semplici, che includessero gli elementi riportati nei due titoli».
Come sono fatti i disegni? Quanto tempo ci hai messo? Quante versioni/revisioni?
«Non avevo molto tempo e, di mio, sono ridicolmente lenta, quindi ho accorciato i tempi lavorando a mano libera su personaggi singoli e texture, e ho poi montato e completato tutto al computer. A metà lavoro c’è stato un problema con l’impaginazione, il che ha portato a una seconda revisione e ovviamente a un giorno di ritardo sulla consegna. In tutto cinque giorni».
Mi conosci solo attraverso il racconto. Che idea ti sei fatta?
«Ironica, acuta osservatrice, amante delle diversità e, dato il finale, indiscutibilmente romantica».