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Loredana De Vitis, amori in cottura, Collettiva edizioni 2021, copertina

amori in cottura

In questi giorni torno felicemente in libreria con “amori in cottura”: si tratta di una raccolta di racconti che ho pubblicato per la prima volta nel 2015 su una piattaforma italiana di self-publishing con il titolo “amori in cottura. 15 ricette per quello che dura”. Presentata al concorso nazionale “Il mio esordio” di quell’anno, ha vinto un premio come “miglior libro di racconti”, e soprattutto ha avuto modo di essere conosciuta da lettrici e lettori che non smetterò mai di ringraziare.

Considero quella appena uscita l’edizione “definitiva”. Per tre motivi.

Il primo. È meravigliosamente illustrata: lavorare con Roberta Ranieri mi ha permesso di proporre un gusto nuovo per queste storie, leggero e articolato come piace a me. Mi ha permesso di farne, oltre che un libro, un’opera. E un quaderno e un regalo.

Il secondo. Contiene tre nuovi racconti scritti a partire da storie che, nel corso delle presentazioni della prima edizione, mi sono state raccontate col desiderio che divenissero parte di questo progetto. Sono sempre grata a chi sceglie di affidarmi un pezzo della propria vita perché lo metta su carta, dandomi carta bianca.

Il terzo. È la seconda pubblicazione della collana “Orlando”, che ho ideato e proposto a Collettiva edizioni: un’editrice femminista, plurale, radicata, nella quale sento rispettato e condiviso prima di ogni altra cosa il mio lavoro creativo.

Per comprare il libro e sostere il progetto: https://py.pl/8iw8ivHSqcy

Loredana De Vitis pianta una quercia vallonea dedicata a "il posto di dio" nella Foresta urbana a Lecce; nell'immagine assieme a Serena Gatto, Simona Cleopazzo e Teresa Musca di Collettiva edizioni indipendenti

una quercia vallonea per “il posto di dio”

La produzione e la stampa di un libro, come ogni attività umana, comporta un impatto sull’ambiente. Per questa ragione ho voluto piantare un albero speciale – una quercia vallonea – per compensare simbolicamente l’impronta ecologica lasciata dalla stampa delle prime copie del mio romanzo “il posto di dio”.

L’ho fatto nella “Foresta urbana” curata, a Lecce, dal WWF Salento: ex cave di pietra leccese per anni abbandonate, divenute un affascinante parco cittadino grazie all’impegno dei volontari.

Ringrazio per questo il WWF Salento e mio padre Vittorio, che ne è il presidente ma soprattutto la persona cui devo di più anche per questo mio essere tenacemente ambientalista. E grazie infinite all’editrice Collettiva per aver appoggiato e sostenuto questo mio desiderio.

Mi sono ripromessa di piantare una nuova quercia per ogni ristampa del romanzo. Sono certa che si tratta di un’idea che mi porterà fortuna.

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Per saperne di più sulla foresta urbana: www.forestaurbanalecce.it 

la copertina del romanzo "il posto di dio" di Loredana De Vitis, con un'illustrazione di Fabiola Berton

il 25 aprile esce “il posto di dio”

Il mio nuovo romanzo esce, finalmente, il 25 aprile. Insomma ci siamo: da domenica prossima “il posto di dio” si potrà acquistare sul sito di Collettiva, nella stanza di Collettiva in via Giusti 24 a Lecce (aperta tutti i giorni dalle 15 alle 18) e a richiesta nelle librerie indipendenti. Con mia profonda emozione, apre le pubblicazioni della collana Orlando, che ho ideato e curo per e con Collettiva.

Un lungo percorso

Lavoro a “il posto di dio” dal luglio 2012, da quando su un quadernino intonso presi i primi appunti: le caratteristiche di uno dei personaggi maschili, i passaggi principali della sua vicenda sentimentale. Erano ispirati a una storia vera, che mi era stata raccontata camminando per le strade della mia città. C’è stato poi il dono di un carteggio. Un carteggio contemporaneo, fatto di messaggi su varie piattaforme, tutti salvati e stampati perché potessi leggerli e farne ciò che volevo.

Ho cominciato a scrivere, a riscrivere, a correggere, a salvare, a buttare. Ci sono state discese e salite, letture e riletture, cambi di scenari e di personaggi. Accompagnata, per un tratto, dalla ‘mia’ writing coach Alessandra Minervini [per saperne di più su questo passaggio, trovate quattro live sul mio profilo Instagram].

Quando ho considerato la stesura terminata, più o meno nel gennaio 2019, ho lavorato per la pubblicazione approdando felicemente a Collettiva. Nei due video che seguono vi racconto perché.

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Collettiva è non la “casa” ma la “stanza” editrice con cui esce “il posto di dio”. Con la scrittrice Elisabetta Liguori facciamo una breve introduzione al “metodo” Collettiva e a due delle attività dell’editrice.
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Collettiva è stata ideata dalla scrittrice e femminista Simona Cleopazzo: ve la presento.

Di cosa parla il posto di dio?

Siamo a Lecce, alla fine anni Ottanta. O meglio: il clima è quello di Lecce, l’atmosfera pure, ma tutti i luoghi del romanzo sono inventati. Per Marta, la protagonista, è tempo di cresima e di dubbi esistenziali. Come citato nella quarta di copertina:

Non essere vergine procurava a Marta un serissimo motivo per dubitare dell’opportunità di diventare soldatodicristo.

Mentre ne parla con la sua amica Lucia durante le prove del coro nella parrocchia di San Paolo, una vecchia statua di Gesù crocifisso perde un piede. È un segno?

A proposito di questa scena, che si sviluppa in apertura del romanzo e nel corso del primo capitolo, scrive Sara Maria Serafini, direttrice di Risme, dove l’incipit è stato pubblicato (numero 9, pagina 76, con un’illustrazione di Emanuele Simonelli):

Le confidenze struggenti e un po’ spinte legate al primo amore si
possono fare in chiesa? Loredana De Vitis ci dà la risposta esatta.

Da qui una giostra di eventi comincia il suo giro. Ci salgono zia Roberta, con cui Marta è cresciuta fin da piccolissima, orfana dei suoi; la vicina di casa Olga, che la ragazza vorrebbe come madrina, e il marito Giuseppe; il primo amore Riccardo, principale causa di quei dubbi; e una piccola folla di altri personaggi che s’affacciano man mano nella storia. Tra bugie, sotterfugi, confessioni ed epifanie, Marta troverà la strada prima di tutto per non tradire se stessa.

Una storia normale

A proposito de “il posto di dio”, Collettiva scrive che

Ci vuole un gran coraggio per descrivere la normalità, e l’autrice lo fa con la sua penna pungente e ironica e con la sua voce sempre riconoscibile.

e che

Attraverso Marta, l’autrice racconta donne che parlano il linguaggio diretto della normalità, nominandola senza finzione: pene, verginità, aborto. E uomini alle prese con le proprie debolezze e pulsioni, nominate senza vergogna: l’inutilità del celibato sacerdotale, il sapore del sesso di una donna.

per concludere che

Su tutto e tutti vibra luminosa l’autentica registrazione di ciò che accade ogni giorno sotto i nostri occhi.

Ogni volta che mi si chiede quanta realtà e quanta immaginazione ci sono nelle cose che scrivo, dico sempre che la realtà è di gran lunga più incredibile della fantasia. La mia immaginazione è un tentativo di avvicinarmi alla realtà.

La copertina e le illustrazioni

L’illustrazione di copertina e due illustrazioni interne, subito prima dei capitoli 6 – il ballo di santa Lucia – e 15 – viaggio ad Assisi – sono di Fabiola Berton.

La prima presentazione [online]

La prima presentazione [online, poi speriamo anche in una prima in presenza molto presto] è in programma sulla pagina Facebook di Collettiva sabato 24 aprile 2021 alle ore 19.30; con l’introduzione e il coordinamento di Teresa Musca, che fa parte della redazione di Collettiva, de il posto di dio discuteranno la travel blogger Sabrina Barbante e Luca Bandirali dell’Università del Salento.

il posto di dio

il posto di dio è il mio prossimo romanzo.

Ci lavoro da anni, ci lavoro ancora, ci lavoro [quasi] ogni giorno, anche se non sempre con le stesse modalità.

Ci vuole tempo, ci vuole attenzione, ci vogliono pensieri il più possibile lucidi.

Voglio chiuderlo presto, e bene. So che andrà così.

Un breve stralcio del secondo capitolo è ora pubblicato sul sito di Alessandra Minervini, una miniera di grazia e bellezza da cui periodicamente ho la fortuna di attingere in forme diverse fin dal 2012. Alessandra ha la sempre straordinaria capacità di capire nitidamente quel che mi si agita dentro, non per niente è stato importantissimo il suo contributo per la ricucitura dei pezzi di una narrazione per me a tratti molto tormentata.

Scrive Alessandra:
Loredana De Vitis conosce bene il gesto dello scrivere, sembra che ogni volta le parta dal petto, trafiggendole la pelle e sconfinando solo dopo essere stato espulso con furore sulla pagina. A me sembra lei combatta, non che scriva. Questo romanzo, ancora inedito dopo le prime prove pubblicate con felice esito, ha un furore diverso dagli altri. Contiene una buona dose di tenerezza, dentro la ferocia di una storia nostra, del sud, delle donne, degli uomini, delle croci e delle delizie quotidiane. Questo è un breve stralcio del suo “il posto di dio” che troverà sicuramente un posto nelle librerie.

il posto di dio, stralcio del capitolo 2 – “profumo di casa”

Marta indovinò in pochi istanti ciò che l’aspettava per cena. Tegamino di uovo e piselli, patate al forno al rosmarino, bietoline lesse e pane abbrustolito, arance zuccherate e budino alla vaniglia. Marta amava i profumi e il calore della sua vecchia casa, non l’unica che aveva avuto ma l’unica che poteva ricordare. Zia Roberta era riuscita a farle sembrare normale la loro micro anomala famiglia avendola sempre nutrita d’affetto e cure, cibo delizioso, giocattoli quanto basta e senso del provvisorio a profusione.

Leggi lo stralcio integrale sul sito di Alessandra Minervini > http://www.alessandraminervini.info/il-posto-di-dio-di-loredana-de-vitis-dopolavoro-letterario-n-39/

appunti [per scrivere un romanzo]

Flash! Ah-ah! Savior of the universe!

Mmm? Ma chi cazz?

Flash! Ah-ah! He’ll save everyone of us!

Ma chi è? Che ore sono?
Ma che cazz ne so?

Dario si rigirò a fatica tra le lenzuola bagnate d’umori e sudori, la luce dello schermo l’accecò.

Flash! Ah-ah! He’s a miracle!

Antoniooooo?
Antonio chi? Lui?

Flash! Ah-ah! King of the impossible!

Rispondi Dario, uffaaaa!
Pronto? Antonio, ma che cazzo è successo? Cosa? Sì, sì, arrivo.
Dove vai?
Lo raggiungo, dice che sta in crisi.
In crisi? Mancano sei ore! Che crisi c’ha questo mo’?
Dice che sta al bar della pompa di benzina.
Alle due di notte s’è fatto prendere da una crisi alla pompa? Ma è scemo sai.

Gli abiti stirati penzolavano dal lampadario, le scarpe lucide allineate nel corridoio, l’appuntamento dal parrucchiere fissato da due settimane. Dario e Sara s’erano ben preparati per il matrimonio di Antonio e Charlotte ed erano andati a letto eccitati ed entusiasti. Il giorno dopo avrebbero ballato, mangiato pesce e brindato alla nuova vita del loro vecchio amico e della sua giovane sposa. Paese nuovo, lavoro nuovo, casa nuova, beato lui che cambiava aria, ché qui al sud parevano tutti troppo stanchi e vecchi. L’hai visto invece, il nostro Antonio, che coraggio eh? Era partito e s’era fatto da solo, e in premio era arrivato pure l’amore.

Dario s’infilò i bermuda coi fenicotteri, una canotta lacera e le infradito di plastica. Sara si stiracchiò e si strofinò gli occhi.

Richiamalo, fatti dire qualche cosa.

Dario sparì dietro la porta del bagno, Sara non riuscì a distinguere quel che sentì, tra lo stordimento del sonno e il rumore dello sciacquone. Lo vide rientrare in camera da letto coi pugni sui fianchi.

Dice che s’è scopato la Lucia.
S’è scopato la Lucia? La Lucia? Ma che dice?
La chiami per favore? Vedi di capire se questo sta dicendo cazzate.

Insomma Antonio era in crisi, a poche ore dal sì a suon di pizzica e tamburelli con quella bella simpatica bionda ragazza americana che l’aveva finalmente convinto a sistemarsi, era riuscito a infilarsi nella malinconia dell’amara troppo intelligente Lucia. Lucia la fatale, quella che tutti volevano ma che non aveva mai voluto nessuno.

Ma che cazzo fa quel cretino? E la Lucia poi, altra perla. Ma se lo voleva perché non se l’è preso l’anno scorso, invece di metterlo a secco a calci sull’aereo?

Sara se ne andò in soggiorno, accese la luce sul tavolino e sprofondò nuda nel divano, fece cenno a Dario di chiudere la porta e compose il numero di Lucia. Quella rispose al terzo tentativo. Bruno intanto aveva cominciato ad abbaiare, Dario uscì in giardino sbattendo l’alluce sul fermaporta, trattenne a stento un’imprecazione e gli lanciò il suo osso finto preferito.

Pochi minuti dopo Lucia apparve nuda sulla porta, la pelle lucida, i seni scintillanti, Dario che placava le fiamme del dito sotto il getto dell’irrigatore.

Che ti ha detto?
S’è messa a ridere.
Cioè?
Dice che non gli è venuto nemmeno dritto. Sbrigati, vai alla pompa, vai.

appunti [forse] per un romanzo, settembre 2019

36+5=41 [tanti auguri Lore]

Anche quest’anno – complici i profili sui social network – ho ricevuto tantissimi messaggi di auguri, e anche quest’anno mi hanno fatto sorridere e a volte arrossire.

Per il mio compleanno numero [36+5=] 41 ho voluto trascorrere un po’ di tempo con Giovanni e con Davide che, assieme a mia madre, mi ha aiutata a realizzare una torta come quelle che piacciono a me per festeggiare in famiglia.

L’abbiamo fatta in casa come una volta, come quelle delle vecchie foto, col pan di spagna e la crema e poco di più. Ci abbiamo aggiunto della granella di nocciole, dentro ma anche sopra, cosicché alla fine pareva una focaccia di patate… ma tant’è, era comunque buonissima.

Una fetta virtuale a tutte e tutti, grazie di cuore <3

nostalgia

Non la conosco, e nemmeno mi piace. Ma a volte mi cullo nel ricordo di certi momenti pieni di gioia, di energia: rapporti intensi, o esperienze in cui mi sono sentita completamente coinvolta, che m’hanno dato profonda gratificazione. Non tornerei indietro in nessun caso, è solo bello avere questo serbatoio al quale ogni tanto attingere, nelle fasi di sete – diciamo così. Capita quando ripesco qualche vecchia playlist. Grazie a certa musica persino ciò che m’ha fatto soffrire ha il sapore del budino al cioccolato.

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