Capita di camminare in campagna e a un certo punto pensare che non è tutto solo ordine e bellezza, che qualcosa di cupo e sinistro è nell’aria e cerca di entrarti nelle ossa. Mi è successo più d’una volta, ho mangiato pane e bevuto acqua e respirato odore di foglie e terra bagnata riconciliandomi con la certezza che la natura rimette tutto in equilibrio.
“La ianara” di Licia Giaquinto m’ha invece instillato il dubbio che al male a volte non c’è rimedio, e che anzi riesce a trascinare con sé anche molte cose belle e buone. Una storia densa di dicerie superstizioni e morte, di misteri e pozioni, di personaggi perduti e luoghi oscuri, raccontata con una bella e accurata lingua avvolta in spirali. Licia, spero che quell’aquila abbia fatto quel che doveva fare.
La ianara, di Licia Giaquinto, Adelphi editore