Tre settimane fa la scrittrice Alessandra Minervini con la sua Casa di scrittura ha ri-lanciato #chileggenonsiferma :
Nell’attesa di ritornare alla normalità, noi non ci fermiamo. Un libro al giorno per combattere l’immobilità. Siete invitati tutti a partecipare, scegliendo il vostro libro e la vostra citazione e taggandoci e condividendo l’hashtag #chileggenonsiferma , vi riposteremo!
Il risultato è che da tre settimane penso costantemente a che libro ho voglia di proporre. Eccovene alcuni [continua sul mio profilo IG ].
Quello fu l’anno del tifo esantematico. Cominciò come altre calamità dei poveri e subito acquisí caratteristiche di piaga divina. Nacque nei quartieri degli indigenti, per colpa dell’inverno, della denutrizione, dell’acqua sporca dei canali di scolo. Si aggiunse alla disoccupazione e si diffuse in ogni dove. Gli ospedali non erano sufficienti. I malati giravano per le strade con lo sguardo smarrito, si toglievano i pidocchi e li tiravano contro la gente sana. La piaga si diffuse, entrò in tutte le case, infettò le scuole e le fabbriche, nessuno poteva sentirsi sicuro. Isabel Allende, La casa degli spiriti, @feltrinelli_editore
Il mio mestiere è quello di scrivere e io lo so bene e da molto tempo. Spero di non essere fraintesa: sul valore di quel che posso scrivere non so nulla. So che scrivere è il mio mestiere. Quando mi metto a scrivere mi sento straordinariamente a mio agio e mi muovo in un elemento che mi pare di conoscere straordinariamente bene: adopero degli strumenti che mi sono noti e familiari e li sento ben fermi nelle mie mani. Natalia Ginzburg, Le piccole virtù, @einaudieditore
La ragione per cui non avevo nulla da dire non dipendeva dal volermi mostrare scortese o annoiata (non più scortese di quanto fossi d’abitudine al tempo, né più annoiata di quanto mi aspettassi nella circostanza specifica), ma dal fatto che non capivo di dover fare delle domande – in pratica una domanda qualsiasi – allo scopo di trascinare nella conversazione un soggetto maschile intimidito, di scuoterlo dal suo isolamento e di restituirgli un ruolo per così dire autorevole, quello dell’uomo di casa, insomma. Alice Munro, Nemico, amico, amante…, @einaudieditore
“Potter Harry!” Mentre Harry si avvicinava allo sgabello, la sala fu percorsa d’un tratto da sussurri simili allo scoppiettio di tanti piccoli fuochi. “Potter, ha detto?” “Ma proprio quell’Harry Potter…?” L’ultima cosa che Harry vide prima che il cappello gli coprisse gli occhi fu la sala piena di gente che allungava il collo per guardarlo meglio. L’attimo dopo, era immerso nel buio. Rimase in attesa. “Ehm…”, gli sussurrò una vocina all’orecchio. “Difficile. Molto difficile. Vedo coraggio da vendere. E neanche un cervello da buttar via. C’è talento, oh accipicchia, sì… e un bel desiderio di mettersi alla prova. Molto interessante… Allora, dove ti metto?” J.K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale, @salani_editore [edizione inglese @bloomsburypublishing ]
Loro vivevano nella felicità. Erano state educate, forse da genitori affettuosi, a non oltrepassare mai i limiti di quella felicità, a qualunque cosa si applicassero. Così non conoscevano veramente la gioia. Non si può scegliere tra queste forme di vita. Ognuno vive solo come sa. Banana Yoshimoto, Kitchen, @feltrinelli_editore