Categoria: love & cats

sapete già che cos’è?

Sapete già che cos’è?

La domanda, la più frequente, la più ossessionante, la più irritante delle domande eccola qua. Sapete già che cos’è? Sì, è una creatura, lasciatela in pace, sta tanto bene dove sta e come sta, con me, lasciatela vivere tranquilla.

  • Che cos’è? Una creatura.
  • No, nel senso… è maschio o femmina?

L’avevo capito eh, ma per settimane ho fatto finta di non capire perché mi scocciava tanto parlare di un argomento non poi così fondamentale. Non lo sapevamo, peraltro, e comunque non era una questione rilevante. Maschio, femmina…

  • Ma tu cosa vorresti?
  • Ma tu cosa ti senti?

Io non “voglio” niente e non ho sentito niente di particolare. Con me c’era e c’è semplicemente una piccola creatura.

  • [Loredana, un po’ di indulgenza. Le persone a volte lo chiedono perché non sanno cosa dire.
  • Ma in questi casi non si dovrebbe parlare del tempo?]

[omissis]

  • Hai avuto nausee? Vomito?
  • Veramente no.
  • Ah, allora è femmina, sono i maschi che danno fastidio.

Ma anche:

  • Hai avuto nausee? Vomito?
  • Veramente no.
  • Ah, allora è maschio. Dalle mie parti si dice che le femmine succhiano la bellezza della madre e la sciupano.

Con il trascorrere delle settimane…

  • [l’infermiere] Signora, non mi chieda perché ma secondo me è femminuccia. Come avrei voluto averne una io.
  • [varie (sintesi)] Loredana, scommetto che è femmina. Tu devi avere una femmina. Per te deve arrivare una femmina.
  • [altre varie (sintesi)] Dalla forma della pancia è femmina. Vedrai.

Certe volte, per divertirmi, me ne sono uscita con commenti sul fatto che il “sesso biologico” è una minima parte della questione […], per cui potete immaginare la quantità di sguardi terrorizzati che sono riuscita a ottenere.

E poi giorno dopo giorno, mentre – come spesso accade ma non credevo sarebbe successo anche a me – ho cominciato a parlare con la creatura, ho anche cominciato a pensare: perché no?, un pezzetto di conoscenza in più.

Così quando la mia fantastica ginecologa me l’ha chiesto [- lo volete sapere? adesso posso dirvelo], abbiamo detto sì. Ed eccoci qua.

Giovanni. Ciao piccoletto, conosciamoci meglio. Ti va?

creare è un atto rivoluzionario

Creare è un atto rivoluzionario. L’ho capito perché quando ho cominciato a pensare che volevo diventasse qualcosa di davvero pervasivo, si è messo a rivoluzionare sul serio ogni momento e ogni gesto che avrei mai immaginato di compiere. Quando mi sono messa in testa la possibilità di apertura completa e totale all’essere creativa, devo aver aperto letteralmente qualche cavolo di strano canale sconosciuto [al raziocinio, intendo].

Io e Davide siamo incint@, è passata qualche settimana e adesso comincio ad aver voglia di raccontarlo. Davide se n’è accorto praticamente subito, gli pareva fosse cambiato qualcosa. Aveva ragione, il mio corpo ha cominciato a modificarsi fin dai primi giorni. Ho tentennato, poi non ho potuto più ignorare certi segnali.

  • Lore, dovresti fare il test.
  • Amore, vedrai che è solo un ritardo.

Non ci credevo nemmeno io, mai avuto ritardi. Mai.

  • Lore, perché non fai il test?
  • Paola, sarà un problema di qualche genere.

Ho fatto il test comprato in farmacia con le linee che si colorano. E non ci ho creduto fino in fondo.
Ho fatto un prelievo e chiesto un altro test. E non ci ho creduto fino in fondo.
Ho chiamato la ginecologa. Ho cominciato a prendere l’acido folico.
Ho pensato che magari era una malattia di qualche genere che mi sballava tutti i valori.

  • [ Ma che ne sappiamo?
  • Ma come ti viene in mente? ]

Poi l’abbiamo visto. Un fagiolo. Ma l’abbiamo visto. E allora ho dovuto cominciare a crederci.

Siamo incint@ e già rido da settimane.

  • Sei incinta? Ma quanti anni hai?
  • Quasi 39.
  • Ma era voluto?
  • Ma quanto ci avete provato?

Fa veramente troppo troppo ridere. Ho quasi 39 anni, un cervello con un aggeggio metallico che ha chiuso un aneurisma, la tendenza all’ipertensione e la fissa della scrittura. Quando ho capito che era il momento di pensare meno e creare di più il mio ovaio sinistro si è dato da fare.

Io mi metto in testa una cosa e tutto il corpo si muove con me. E Davide dev’essere totalmente, completamente, incredibilmente dentro questo flusso assieme a me.

Siamo incint@, sul fatto in sé non ci abbiamo messo tanta intenzione né tanta enfasi, proviamo emozione e tenerezza ma non siamo nel magico mondo delle cose piccole e zuccherate. Io rido spesso perché mi paiono tutti almeno maleducati se non proprio matti. Non ho mai sentito quel certo istinto di cui si favoleggia, né ho mai nutrito sogni del genere. Mi sono messa a scrivere con tutta me stessa e quella me stessa evidentemente ha una potenza spaventosa.

Siamo incint@ e io proprio, adesso, non posso non cominciare a raccontarlo.

me ne bastano tre

Julia

non cammino
ma salto
posso essere
più veloce
più scaltra di te
la mattina
masticare i tuoi fiori
tanto non son tuoi
così impari a
reciderli
a pranzo
mangiucchiare
la frittata
tanto non è tua
così impari
che il cibo nel piatto
è di tutti
la sera posso
salire sul tavolo
e da lì sulla credenza
se rompo i tuoi
vasi
peggio per te
toglili di mezzo
io voglio poter
vivere
come te
assieme a te
e di zampe
me ne bastano tre

[dedicata a Julia, ‪with love & cats‬]

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