storia di un fico

Nel parco vicino casa nostra, dove spesso vado a camminare, prosperano felici numerosi fichi. Ce ne sono alcuni che incorniciano muri a secco, altri ordinatamente in fila, altri ancora isolati, come quello alla cui ombra l’altro giorno io e Giovanni abbiamo suonato e cantato. Guarda il cielo, mamma, mi ha detto, e il cielo era a quello che s’intravedeva tra il fogliame.

Amo le forme e i colori di questi alberi: la corteccia ruvida d’un grigio indefinibile, i rami nodosi, il verde cangiante delle grandi foglie multilobate. E i frutti, naturalmente, che dalle mie parti credo siano tra quelli più rubati.

Guardare un fico [e mangiare fichi] è una delle cose che mi ricorda più intensamente mio nonno Giovanni. Nella casa al mare che gli apparteneva, un albero vecchio di alcuni decenni ha deliziato la nostra famiglia con migliaia di frutti dolcissimi. Per raccoglierli giornalmente, mio nonno ci si è arrampicato tutte le mattine di ogni estate fino ai suoi 85 anni usando sempre la stessa camicia sdrucita per evitarne la linfa appiccicosa. Dopo raccomandazioni d’ogni tipo, perché a una “certa età” si cominciavano a temere le cadute, verso gli ottant’anni cadde davvero, si arrabbiò molto contro certe… menagrame e si rassegnò a limitarsi ai rami più bassi.

Ricordo silenzi carichi di bellezza a sentirgli dire “l’albero della fica”, perché lo chiamava così: a me piaceva e le volte che ho provato a correggerlo l’ho fatto senza convinzione. Ricordo colazioni con fichi, latte macchiato e la copia de “La Gazzetta del Mezzogiorno” comprata dalla “bottega” che raggiungeva su una piccola bicicletta verde. Ricordo il fruscio della rasatura e la sua inconfondibile voce intonare assieme alla radio “con le pinne il fucile e gli occhiali”, prima di mettersi sottobraccio ombrellone e sdraio alla volta del mare.

Ricordo sempre più dettagli e in modo sempre più nitido man mano che passano gli anni, e non servono a farmi avere rimpianti o nostalgie. Mi piace invece che siano legami con sentimenti e non oggetti o cose… materiali. Un fico è un albero bellissimo, qualunque fico sia. Non importa che su “quel” fico che fu di famiglia magari adesso ci salga qualcun altro.

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