Autore: Loredana De Vitis

appunti [per scrivere un romanzo]

Flash! Ah-ah! Savior of the universe!

Mmm? Ma chi cazz?

Flash! Ah-ah! He’ll save everyone of us!

Ma chi è? Che ore sono?
Ma che cazz ne so?

Dario si rigirò a fatica tra le lenzuola bagnate d’umori e sudori, la luce dello schermo l’accecò.

Flash! Ah-ah! He’s a miracle!

Antoniooooo?
Antonio chi? Lui?

Flash! Ah-ah! King of the impossible!

Rispondi Dario, uffaaaa!
Pronto? Antonio, ma che cazzo è successo? Cosa? Sì, sì, arrivo.
Dove vai?
Lo raggiungo, dice che sta in crisi.
In crisi? Mancano sei ore! Che crisi c’ha questo mo’?
Dice che sta al bar della pompa di benzina.
Alle due di notte s’è fatto prendere da una crisi alla pompa? Ma è scemo sai.

Gli abiti stirati penzolavano dal lampadario, le scarpe lucide allineate nel corridoio, l’appuntamento dal parrucchiere fissato da due settimane. Dario e Sara s’erano ben preparati per il matrimonio di Antonio e Charlotte ed erano andati a letto eccitati ed entusiasti. Il giorno dopo avrebbero ballato, mangiato pesce e brindato alla nuova vita del loro vecchio amico e della sua giovane sposa. Paese nuovo, lavoro nuovo, casa nuova, beato lui che cambiava aria, ché qui al sud parevano tutti troppo stanchi e vecchi. L’hai visto invece, il nostro Antonio, che coraggio eh? Era partito e s’era fatto da solo, e in premio era arrivato pure l’amore.

Dario s’infilò i bermuda coi fenicotteri, una canotta lacera e le infradito di plastica. Sara si stiracchiò e si strofinò gli occhi.

Richiamalo, fatti dire qualche cosa.

Dario sparì dietro la porta del bagno, Sara non riuscì a distinguere quel che sentì, tra lo stordimento del sonno e il rumore dello sciacquone. Lo vide rientrare in camera da letto coi pugni sui fianchi.

Dice che s’è scopato la Lucia.
S’è scopato la Lucia? La Lucia? Ma che dice?
La chiami per favore? Vedi di capire se questo sta dicendo cazzate.

Insomma Antonio era in crisi, a poche ore dal sì a suon di pizzica e tamburelli con quella bella simpatica bionda ragazza americana che l’aveva finalmente convinto a sistemarsi, era riuscito a infilarsi nella malinconia dell’amara troppo intelligente Lucia. Lucia la fatale, quella che tutti volevano ma che non aveva mai voluto nessuno.

Ma che cazzo fa quel cretino? E la Lucia poi, altra perla. Ma se lo voleva perché non se l’è preso l’anno scorso, invece di metterlo a secco a calci sull’aereo?

Sara se ne andò in soggiorno, accese la luce sul tavolino e sprofondò nuda nel divano, fece cenno a Dario di chiudere la porta e compose il numero di Lucia. Quella rispose al terzo tentativo. Bruno intanto aveva cominciato ad abbaiare, Dario uscì in giardino sbattendo l’alluce sul fermaporta, trattenne a stento un’imprecazione e gli lanciò il suo osso finto preferito.

Pochi minuti dopo Lucia apparve nuda sulla porta, la pelle lucida, i seni scintillanti, Dario che placava le fiamme del dito sotto il getto dell’irrigatore.

Che ti ha detto?
S’è messa a ridere.
Cioè?
Dice che non gli è venuto nemmeno dritto. Sbrigati, vai alla pompa, vai.

appunti [forse] per un romanzo, settembre 2019

36+5=41 [tanti auguri Lore]

Anche quest’anno – complici i profili sui social network – ho ricevuto tantissimi messaggi di auguri, e anche quest’anno mi hanno fatto sorridere e a volte arrossire.

Per il mio compleanno numero [36+5=] 41 ho voluto trascorrere un po’ di tempo con Giovanni e con Davide che, assieme a mia madre, mi ha aiutata a realizzare una torta come quelle che piacciono a me per festeggiare in famiglia.

L’abbiamo fatta in casa come una volta, come quelle delle vecchie foto, col pan di spagna e la crema e poco di più. Ci abbiamo aggiunto della granella di nocciole, dentro ma anche sopra, cosicché alla fine pareva una focaccia di patate… ma tant’è, era comunque buonissima.

Una fetta virtuale a tutte e tutti, grazie di cuore <3

ho acceso il forno per scaldare anche i pensieri

Frolle [stavolta lievitate] con pistacchi di Bronte.

Non vi davo in assaggio qualche assurdità delle mie da troppo tempo.

Ecco, come al solito, la mia ricetta… inventata [dosi imprecisate, mi regolo come viene]: burro, miele, un uovo, farina tipo 1, lievito, pistacchi.

Va così oggi. Piove tanto, ho acceso il forno per scaldare anche i pensieri.

mescolare cose fragili

“Ti è piaciuto? si può dire dei libri? o si dovrebbe chiedere… cosa te ne pare?”.

L’esordio della collana ‘taccuini e altre cose’ di Collettiva edizioni indipendenti è un libro di mescolanze. Di cose di persone di ricordi di speranze di pensiero e di materia. Di forza e di fragilità che sono in un’unica entità.

Cristina Carlà, il colore delle cose fragili, Collettiva edizioni indipendenti

forse non è tutto solo ordine e bellezza

Capita di camminare in campagna e a un certo punto pensare che non è tutto solo ordine e bellezza, che qualcosa di cupo e sinistro è nell’aria e cerca di entrarti nelle ossa. Mi è successo più d’una volta, ho mangiato pane e bevuto acqua e respirato odore di foglie e terra bagnata riconciliandomi con la certezza che la natura rimette tutto in equilibrio.

“La ianara” di Licia Giaquinto m’ha invece instillato il dubbio che al male a volte non c’è rimedio, e che anzi riesce a trascinare con sé anche molte cose belle e buone. Una storia densa di dicerie superstizioni e morte, di misteri e pozioni, di personaggi perduti e luoghi oscuri, raccontata con una bella e accurata lingua avvolta in spirali. Licia, spero che quell’aquila abbia fatto quel che doveva fare.

La ianara, di Licia Giaquinto, Adelphi editore

nostalgia

Non la conosco, e nemmeno mi piace. Ma a volte mi cullo nel ricordo di certi momenti pieni di gioia, di energia: rapporti intensi, o esperienze in cui mi sono sentita completamente coinvolta, che m’hanno dato profonda gratificazione. Non tornerei indietro in nessun caso, è solo bello avere questo serbatoio al quale ogni tanto attingere, nelle fasi di sete – diciamo così. Capita quando ripesco qualche vecchia playlist. Grazie a certa musica persino ciò che m’ha fatto soffrire ha il sapore del budino al cioccolato.

150+1

Simona Cleopazzo sa di cosa parla e sa come parlarne.

Nell’assenza nella presenza della vicinanza della lontananza.

Di quanto si possa vivere + pensare.

Della scrittura che non è cura.

Così si parla netto diretto negli alti nei bassi nei rivoli nei risvolti.

La scrittura – ha ragione lei – è il fulcro di tutto. Ma io le devo soprattutto d’aver sputato su di lui come aveva fatto su Hegel.

Simona Clepazzo, 150+1 appunti sull’amore e sulla scrittura, Collettiva edizioni indipendenti

la storia delle storie d’amore… over

Overlove di Alessandra Minervini è la storia delle storie d’amore… over, del ‘troppo’ che parte da quel che c’è fuori – in cui si incappa, in cui si inciampa, e che inevitabilmente risuona nel ‘troppo’ in cui a volte si nasce – una famiglia, un luogo, una condizione.

E di eccesso in eccesso accade anche di rimettere tutto in ordine. L’interessante è a volte stabilire se quell’ordine sta dentro o fuori della storia, nei personaggi o in chi li ha seguiti nella lettura.

Overlove, di Alessandra Minervini, Liberaria editrice

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